I veleni della bellezza e le alterazioni della percezione di sé
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2 Giugno 2022Fin dalla nascita la pelle ci consente di comunicare e relazionarci con il mondo ed è un organo in connessione diretta con il nostro stato psico-fisico. Parliamo di un organo molto complesso, di contenimento e insieme di scambio, che dal punto di vista della psicologia svolge per il corpo una funzione d’involucro analoga a quella che svolge l’Io per la struttura psichica.
In altre parole, come la pelle è l’involucro a contenimento e difesa del corpo, allo stesso modo l’Io tende ad avvolgere e definire i contorni del nostro apparato psichico.
“Del resto l’epidermide, gli organi di senso e il sistema nervoso centrale derivano tutti dallo stesso foglietto embrionale: pelle e cervello si formano nell’ectoderma, hanno entrambi origine comune nell’epitelio embrionale.”
L’Io-pelle come relazione con il mondo interiore
Di “Io-pelle” e del rapporto tra pelle e psicanalisi ci parla lo psicologo clinico francese Didier Anzieu (1923-1999) nel libro “The Skin Ego”, che vede il derma come elemento cruciale di completamento dell’apparato e delle funzioni della mente.
Nei primi sei mesi di vita, il bambino non ha ancora un Io completo, mentre possiede un Io corporeo, che tramite le esperienze sensoriali tattili propriocettive e l’interazione con gli oggetti e le persone che lo circondano, contribuisce allo sviluppo del suo Io, della sua interiorità psichica. L’Io corporeo è l’Io-pelle.
Attraverso la pelle il piccolo stabilisce la connessione emotiva con la mamma e insieme inizia a percepire il confine tra la sua persona e la figura materna o il caregiver; è sempre la pelle con i suoi feed-back che definisce la sua percezione dell’ambiente circostante, mentre le sensazioni tattili rispondono a un bisogno di soddisfazione emozionale.
Dimensione sensoriale, cognitiva, psichica dell’Io-pelle
Anzieu ritiene quindi che nella fase che precede la formazione dell’Io, molte delle funzioni del corpo e della futura interiorità psichica vengano riprodotte tramite la pelle: in questo periodo il derma assolve a processi primari, a compiti vitali propri di un essere nel mondo primitivo, ancora rudimentale, dove la separazione tra interno esterno, tra il Sé e l’altro, resta per la maggior parte ancora ignota.
Con una prospettiva che mette d’accordo la psicoanalisi con le neuroscienze la superficie della pelle del neonato in quanto confine, protezione, contenimento, viene delineata come Io-pelle e costituisce un modello somatico esperienziale, caratterizzato da una dimensione sia fisica che mentale, sia sensoriale che cognitiva.
La stretta relazione che si crea ancora prima della nascita tra mente e corpo, tra dimensione interiore e derma, tra Io corporeo e Io psichico, con tutta la carica simbolica che ne deriva, è alla base del grande bisogno di trattamenti estetici e interventi di chirurgia plastica specifici per il ringiovanimento della pelle, collocati ai primi posti nella classifica dei più richiesti accanto alle procedure anti-aging che interessano le labbra, o lo sguardo e la zona perioculare.
“L’Io-pelle è un’astrazione, ovvero la rappresentazione mentale su cui poi verrà sviluppato l’Io con i suoi contenuti psichici e, per estensione, l’individualità.”
La pelle come veicolo di comunicazione, espressione e scambio
Mentre l’encefalo regola funzioni come quelle del metabolismo corporeo sulla base dei messaggi cutanei ricevuti (sensazioni di dolore, temperatura ecc.) il tatto è collegato direttamente al nostro sistema limbico, la parte più antica del cervello che con l’amigdala governa la risposta emotiva agli stimoli in entrata.
Oltre a ricevere stimoli dall’esterno, la pelle esprime e manifesta dall’interno stati d’animo e condizioni psicologiche in tempo reale: arrossire, impallidire, sudare abbondantemente, disvelano moti dell’animo e sentimenti in atto quali la paura, il timore, l’ansia, l’eccitazione.
È il nostro sistema di difesa e di comunicazione con il mondo esterno: ci protegge da sbalzi termici, disidratazione e lesioni, mentre attraverso le pieghe e le cicatrici conserva testimonianza tangibile e memoria del nostro vissuto.
La pelle protegge ed è soprattutto elemento di scambio, in quanto filtra e modula gli stimoli esterni, mentre i primi messaggi di rassicurazione e gratificazione passano attraverso il tatto, che è il suo organo di senso privilegiato. L’Io-pelle viene forgiato dalle cure e dal calore delle attenzioni ricevute dalla madre; dal suo tocco, dal contatto pelle-pelle e dal nutrimento fisico e sensoriale che ne deriva, che poi si rifletterà sullo sviluppo psichico e sulle dinamiche emotive e cognitive della personalità dell’adulto.
Al di là della relazione riscontrata tra patologie dermatologiche e disturbi psichici, Anzieu mette in connessione diretta gli squilibri o le carenze dell’Io-pelle – originati da carenze infantili in manipolazioni, carezze e in generale dalla mancanza di (con)tatto amorevole con le figure di riferimento – con diversi problemi psicopatologici riscontrabili in età adulta, nevrosi o psicosi, a partire dal masochismo perverso, fino alle personalità narcisistiche o borderline.
“La qualità di tali esperienze ‘di pelle’ segna indelebilmente la memoria somatica, dermica, e definisce il linguaggio emozionale profondo di ciascuno di noi.”
Susanna Grassi, psicologa estetica
“In poche sedute posso aiutarti a sviluppare strategie percettive e comportamentali che nutrono il tuo benessere psicofisico e l’autostima.”
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Per approfondire:
Anzieu, D., 1989. The Skin Ego. New Haven: Yale University Press.
Anzieu, D., and G. Tarrab (eds), 1990. A Skin for Thought: Interviews with Gilbert Tarrab on Psychology and Psychoanalysis. London: Karnac Books.