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30 Ottobre 2023Il mio blog di solito esplora le profondità della psicologia, del benessere e dell’autostima. Questa volta però ho deciso di scrivere un articolo che in apparenza si discosta dalle mie consuete tematiche, mentre in realtà le abbraccia tutte, aggiungendo un elemento speciale: la passione, ovvero il mio amore per i cavalli.
Una passione che parte da lontano, da quando ero solo una bambina timida, un po’ mammona e piena di paure. A quel tempo per farmi uscire dal guscio i miei genitori avevano tentato ogni tipo di sport possibile, ma per paura o forse solo per mancanza di interesse, li avevo sempre abbandonati, uno dopo l’altro. Finché in un caldo pomeriggio estivo, ho chiesto loro di provare con l’equitazione. Per esaudire la mia richiesta, mi portarono in un maneggio di campagna dove, senza troppe spiegazioni, l’istruttore mi mise su un cavallo e mi disse di dirigerlo verso il campo.
Mia madre con il cuore in gola voleva farmi scendere, eppure in quel momento la mia vita cambiò per sempre: da allora non ho mai più abbandonato il mondo dei cavalli, fatta eccezione per brevi periodi dovuti a circostanze esterne. Ho praticato il salto ostacoli a livello agonistico e, crescendo, ho scoperto il piacere del lavoro in piano e del dressage. Indipendentemente dalla disciplina, il cavallo è sempre stato per me una presenza costante, tanto che ho trasmesso questa passione a mia figlia e al mio compagno e ora siamo tutti affetti da una grave forma di dipendenza equestre, per la quale, parola di psicologa, posso confermare che non esiste cura.
Il cavallo, il mio terapeuta di sempre
Il cavallo è una creatura straordinaria, un animale che da sempre affascina l’immaginario collettivo attraverso miti e leggende. La sua imponente struttura fisica può intimidire molte persone, ma il suo fascino e il suo magnetismo rimangono intatti nel corso dei secoli.
Per me, il cavallo rimane il miglior terapeuta di sempre: nel corso del tempo, è stato uno dei miei maestri, insegnandomi il valore del rispetto reciproco, della fiducia, dell’autostima, della tenerezza e della consapevolezza. Il legame profondo che ho con i cavalli continua ad arricchire la mia vita ogni giorno.
È ormai noto come nell’ambito delle patologie e dei disturbi di natura cognitiva, comportamentale e psico-relazionale, l’ippoterapia abbia acquisito una solida dignità scientifica, dimostrando gli effetti benefici del cavallo nelle relazioni terapeutiche. Spesso si associa l’ippoterapia alla cura di patologie di natura psicomotoria, neuropsichiatrica e psichiatrica, ma il potenziale terapeutico del cavallo è immenso: infatti può essere un validissimo aiuto in tutti quei casi di scarsa autostima, problemi relazionali, stress, disturbi alimentari, ansia, depressione, iperattività…
Il cavallo incarna la nostra essenza più istintiva ed emotiva, che deve trovare un equilibrio armonioso con la parte razionale, logica e di controllo della nostra psiche. È energia pura, vitalità in movimento, ma porta con sé anche paura e diffidenza. Non è come il cane, con il quale si può costruire un rapporto di affetto e complicità in modo diretto. Il cavallo non ti giudica, ma è un maestro nel farti capire quando commetti errori e se non riesci a comprendere appieno le sue esigenze.
Cavalcando apri i sensi e impari a vivere con naturalezza il momento presente
A cavallo impari a comunicare senza bisogno di molte parole, attraverso l’apertura di tutti i tuoi sensi, immergendoti completamente nel momento presente. In questi momenti, ci si sperimenta reciprocamente, ci si annusa, ci si ascolta, si stabilisce un contatto fisico profondo, si lasciano andare le difese. Inizi a sintonizzarti con te stessa, a diventare più consapevole del tuo corpo e delle tue capacità espressive.
È comune sentire consigli sulla prudenza quando si è vicino a un cavallo, ed è una cautela sicuramente importante. Tuttavia, è fondamentale distinguere la prudenza dall’eccessivo controllo. L’ipercontrollo inquina la nostra autenticità e naturalezza, e il cavallo riesce a percepirlo istantaneamente. Con lui, non ci sono maschere: puoi cercare di nasconderti, ma è incredibilmente abile nel metterti di fronte alle tue paure e fragilità. Con il cavallo, è difficile mentire: percepisce ogni tua emozione e reagisce di conseguenza.
Il cavallo è lì per chi siamo, non per come appariamo
Ora, concentriamoci sul nucleo della mia attività e chiediamoci:
Perché mai un cavallo dovrebbe aiutarmi a sviluppare una maggiore sicurezza in me stessa, una più elevata autostima, a piacermi di più e a coltivare relazioni più sane?
Il cavallo-terapeuta si avvicina a passi leggeri (o meglio, zoccoli leggeri) con gentilezza alla nostra sfera psicologica, e il suo approccio delicato risveglia in noi emozioni e sensazioni spesso sopite o represse.
Se ci pensi bene, viviamo in un mondo sempre più dominato dal controllo, dove ci insegnano a conformarci a modelli educativi e sociali orientati alle prestazioni, che lasciano sempre meno spazio alla nostra spontaneità. Un mondo in cui siamo costantemente valutati, giudicati e criticati al minimo errore: un palcoscenico che ci
costringe a mantenere un controllo rigoroso sulle nostre emozioni per cercare di apparire impeccabili agli occhi degli altri.
Eppure, come ti ho ricordato più volte, la perfezione è pura illusione, e il cavallo è capace di insegnarci questa verità in modo molto delicato, contribuendo allo sviluppo della nostra consapevolezza.
Rimanere in ascolto, essere ascoltate
Il primo passo consiste nell’avvicinarsi al cavallo per avviare una forma iniziale di comunicazione. Quando lo accarezziamo con gentilezza, il cavallo permette questa interazione. A partire da questo momento, iniziamo gradualmente a interpretare ogni segnale che emana: le orecchie in movimento, le narici che si allargano, i diversi suoni del suo respiro, ognuno che riflette una specifica emozione, i suoi occhi e le sue movenze… Tutto diventa linguaggio e scambio.
In sua presenza, anche il nostro respiro, generalmente rapido e superficiale, impara a rallentare e a diventare sempre più profondo.
In quei momenti, non è necessario cercare la perfezione, né eseguire comandi. Bisogna semplicemente essere noi stesse e rimanere in ascolto: ascoltare noi stesse e ascoltare il cavallo. Percepiamo così la sua iniziale diffidenza o curiosità e lavoriamo insieme per trasformarla in reciproca fiducia. Ma come facciamo? Imparando a comunicare con lui. La nostra comunicazione deve essere basata su gesti semplici, tranquilli, chiari e decisi, mai improvvisi. Noi apprendiamo il suo linguaggio, ma anche lui deve imparare il nostro.
È allora che ci rendiamo conto che qualcuno ci comprende, ci vede, ci sente e ci apprezza. Perché il suo stare con noi è un atto di puro apprezzamento, di naturale considerazione, di disinteressata generosità. Il cavallo è lì per chi siamo, non per ciò che mostriamo.
Il cavallo ti fa sentire bella
Io sostengo che il cavallo ti fa sentire bella, soprattutto quando sei in sella. Il suo portamento maestoso ed elegante si riflette in te, trasformando immediatamente la sensazione di pesantezza che provi in leggerezza e grazia quasi divina.
Cavalcando, il tuo corpo si muove in perfetta armonia con il suo, mentre ti senti fiera e audace, pronta a superare i tuoi limiti e a sprigionare la tua massima espressività. Inoltre, il ritmo cadenzato delle sue andature unito al calore e alla morbidezza del manto evoca in te ricordi antichi di coccole e protezione.
Il cavallo rafforza le tue abilità relazionali
Quando sei in sella a un cavallo, percepisci la sua anima nobile e al tempo stesso delicata, il che genera in te un senso di protezione e responsabilità nei suoi confronti: questo amorevole impegno di cura verso di lui migliora la tua autostima oltre alla fiducia che hai in te stessa e nelle tue abilità relazionali.
Il rapporto col cavallo non dà spazio a egoismo o egocentrismo e ti insegna l’importanza di una profonda connessione basata sull’ascolto reciproco. Si instaura in una relazione genuina e la tua apertura verso di lui ti permette di scoprire e accettare le tue stesse emozioni, anche quelle che solitamente rifiuti. Non puoi essere né aggressiva né passiva con un cavallo: devi essere assertiva, chiara e coerente, e questa abilità si riflette positivamente nei tuoi rapporti con gli altri, aiutandoti a comunicare e comprendere meglio gli altri.
Senza contare che in un’epoca in cui l’interazione tra le persone è sempre più mediata da schermi e il distanziamento fisico si è acuito a causa della pandemia, il contatto fisico con il cavallo diventa ancora più prezioso, perché ci ricorda l’importanza di una relazione di vicinanza con gli altri, che è fondamentale per il nostro benessere emotivo, la condivisione e il nutrimento delle relazioni umane.
Ippoterapia e lavoro sulle “Esperienze di Base del Sé”
Dal punto di vista della psicologia neo funzionale, quali sono le esperienze di base (funzionamenti) su cui possiamo lavorare insieme al cavallo? Prima di tutto, è importante comprendere cosa intendiamo per “esperienze di base” nel contesto del neo-funzionalismo.
Le “Esperienze di Base del Sé” rappresentano i mattoni fondamentali su cui costruiamo la nostra esistenza. Queste esperienze delineano la modalità con cui soddisfiamo i nostri bisogni essenziali come esseri umani e ci offrono indicazioni concrete sul nostro funzionamento psicologico. Quando attraversiamo ripetutamente queste esperienze in modo positivo e costruttivo, esse diventano vere e proprie abilità. Tuttavia, se le circostanze esterne rendono difficile questo processo, queste esperienze di base possono sviluppare caratteristiche alterate, che richiedono un lavoro specifico per essere affrontate e superate.
Il nostro amico cavallo, su quali esperienze di base ci può aiutare?
- Essere tenuti/contenuti – per la tranquillità e sicurezza che proviamo all’interno di qualcosa di morbido e caldo e che ci permette di uscire dal corto circuito dell’attivazione, imparando a stare nel momento.
- Lasciare – condizione che ci permette di “prenderci una pausa” dai pensieri e dall’essere sempre in azione. Di incantarci senza dover necessariamente fare qualcosa e di allentare le nostre tensioni muscolari.
- Contatto – vissuto come fusione profonda, come azione non strumentale finalizzata esclusivamente al piacere di assorbire l’altro attraverso tutta te stessa, per capire l’altro nella sua essenza più vera.
- Andare a prendersi l’altro – esperienza riconducibile alla seduzione intesa come capacità di condurre l’altro a sé, interessandolo, incuriosendolo, intenerendolo.
- Piacere all’altro – la capacità di mostrarsi per come si è senza paura di essere giudicati, per trasmettere all’altro ciò che di bello e buono c’è in noi
- Tenerezza – condizione fondamentale all’equilibrio e all’armonia della nostra esistenza, alla base di relazioni durature sane, basate sull’amore e sul rispetto.
- Fragilità – entrare in contatto con le proprie fragilità ci consente di accettarci per come siamo e stimola in noi l’autocompassione.
- Essere visti e considerati – il percepire se stessi attraverso lo sguardo attento, incoraggiante e rassicurante dell’altro, condizione alla base di una sana autostima.
- Sentire/percepire – le sensazioni sono il principale mezzo con cui ci orientiamo nel mondo, e vanno riaperte (se chiuse) imparando a utilizzare tutti i nostri sensi.
- Controllo – imparare ad allentarlo e a utilizzarlo a seconda di ciò che il contesto ci richiede. La dinamica controllo-allentamento deve seguire un andamento morbido di tipo sinusoidale e mai sclerotizzarsi su una sola delle due polarità.
- Forza calma – la capacità di farsi spazio e soddisfare i propri bisogni fondamentali attraverso la calma, senza ricorrere alla rabbia.
- Consistenza – la percezione di solidità, sicurezza e fierezza che si ha nei confronti di se stessi. La capacità di valorizzarsi.
- Autoaffermazione (assertività) – crearsi spazio e riconoscimento., saper esprimere se stessi e le proprie ragioni a testa alta, senza subire e conformarsi al parere degli altri.
- Vitalità – ci consente di saper giocare, di entusiasmarci, di sentirci carichi di energia e di provare brividi ed emozioni a qualunque età.
Susanna Grassi, psicologa
“In poche sedute posso aiutarti a sviluppare strategie percettive e comportamentali che nutrono il tuo benessere psicofisico e l’autostima.”
Indice
- Il cavallo, il mio terapeuta di sempre
- Cavalcando apri i sensi e impari a vivere con naturalezza il momento presente
- Il cavallo è lì per chi siamo, non per come appariamo
- Rimanere in ascolto, essere ascoltate
- Il cavallo ti fa sentire bella
- Il cavallo rafforza le tue abilità relazionali
- Ippoterapia e lavoro sulle “Esperienze di Base del Sé”
- Il nostro amico cavallo, su quali esperienze di base ci può aiutare?