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Eppure, anche se ci siamo lasciati alle spalle l’idea del terapeuta “strizzacervelli“, di colui che “cura i matti“, quando si tratta di consultare un professionista cadiamo ancora in pregiudizi e resistenze, specialmente se si tratta della prevenzione che riguarda la salute mentale.
Chiedere aiuto quando affrontiamo disagi e difficoltà emotive oggi può essere molto complesso: spesso è visto come segno di debolezza, mentre è fondamentale riconoscere che ansia, stress o depressione sono motivi validi per sentirsi male. Dal momento che il loro impatto sulla qualità della vita può essere altrettanto significativo di quello di un importante problema fisico, superare lo stigma è il primo passo importante verso il benessere mentale.
In questo casi molte di noi si saranno sentite ripetere con una nota di giudicante disappunto: “Che motivo hai di essere depressa? Dovresti pensare a chi vive in zone di guerra… o ai malati che sono in ospedale… oppure ai migranti costretti a fuggire dai loro paesi“… È come se la società contemporanea non desse spazio al dolore emotivo.
Il benessere psicologico, troppo spesso disconosciuto
Nella scala delle nostre priorità il benessere psicologico finisce così sempre in fondo alla lista, quasi fosse un lusso di pochi. Dobbiamo invece capire che il benessere mentale è parte integrante della salute complessiva e che il concetto di salute ormai non può più prescindere da aspetti sociali, emotivi e psicologici. Come abitiamo la nostra esistenza, il nostro stare nella vita, con noi stessi e con gli altri, è molto importante: se non ci sentiamo bene nei nostri panni, allora è necessario lavorare su noi stessi.
Il vissuto di ognuno di noi ha una sua dignità che esige di essere riconosciuta, e senza dubbio la nostra esperienza individuale merita rispetto e attenzione. Non esiste un malessere non motivato: esiste invece il malessere non riconosciuto come disagio, spesso etichettato come disdicevole debolezza. È una forma di debolezza se vogliamo, che comunque non dovrebbe mai essere giudicata.
Il disconoscere così a lungo un nostro stato di malessere, può condurci addirittura a dubitare di meritare una vita migliore. In queste circostanze, trovare la forza per iniziare un percorso di rinascita può diventare estremamente difficile.
Per questo credo nel valore della prevenzione in psicologia: la prevenzione è un concetto ormai ampiamente accettato nel contesto della salute fisica, che deve essere altrettanto esteso al benessere mentale ed emotivo.
Gli obiettivi della prevenzione primaria in psicologia
La prevenzione primaria nella salute mentale mira a favorire i fattori che la proteggono e a promuovere comportamenti sani, al fine di prevenire la comparsa di disturbi mentali identificabili. Questo approccio si occupa anche di creare condizioni di vita e ambienti che supportino il benessere mentale, permettendo alle persone di adottare e mantenere stili di vita sani.
La psicologia della prevenzione si focalizza soprattutto sullo sviluppo delle risorse personali e sociali che guidano le decisioni e le azioni mirate al preservare il benessere emotivo e mentale.
La prevenzione primaria si concentra anche sul prevenire i disturbi di salute mentale nella comunità, prima che si manifestino. Mira a ridurre i fattori di rischio e ad aumentare i fattori protettivi per evitare l’esordio del disagio. Attività di prevenzione primaria possono riguardare gruppi di adolescenti e club giovanili che favoriscono legami e supporto nella comunità, lezioni rivolte ai genitori, programmi educativi che mirano a prevenire ad esempio l’abuso di sostanze, come significativo fattore di rischio all’interno di una comunità. La prevenzione primaria è basata infatti sullo sviluppo dell’intelligenza emotiva da una parte e sulla costruzione di relazioni dall’altra.
La nostra percezione dello stress è importante
La percezione individuale dello stress può avere un impatto maggiore sulla salute rispetto all’evento stressante in sé, mentre i modi attraverso i quali una persona può mitigare gli effetti di un fattore di stress, sono correlati alla consapevolezza individuale del proprio stato e delle sue conseguenze negative sul proprio benessere, oltre che all’adozione o meno di strategie per limitarne gli effetti.
Ecco perché, per avere risultati significativi sulla salute complessiva di una persona, è importante lavorare sullo sviluppo di determinate competenze e sugli aspetti psicologici, più che sugli eventi esterni, dal momento che su questi ultimi spesso non si ha alcun controllo.
Le altre forme di prevenzione in psicologia
La prevenzione secondaria è focalizzata sulla diagnosi precoce e sull’intervento tempestivo: in questi casi si tratta di impedire che un malessere si evolva in disturbo mentale o, se il disturbo esiste già, di intervenire prima che peggiori.
La prevenzione terziaria si concentra sul periodo successivo al verificarsi di un disturbo o di una crisi. L’obiettivo a questo punto è favorire la guarigione del paziente e prevenire ulteriori complicazioni.
Come può fare prevenzione lo psicologo, a livello individuale e di comunità
Lo psicologo che si dedica a lavorare sulla prevenzione primaria per favorire il benessere mentale e fisico nelle diverse fasi della vita, può:
- promuovere nelle persone abitudini sane e potenziare capacità e abilità individuali, utili per ottenere un maggiore controllo sulla propria salute, sapere affrontare situazioni stressanti e in generale migliorare la qualità della propria vita
- proporre nelle scuole e negli ambienti professionali programmi educativi, con sessioni interattive utili ad affrontare le problematiche psicologiche trattate
- condurre sessioni personalizzate o di gruppo che mirano a correggere comportamenti pericolosi e violenti, o a gestire malattie a lungo termine
Le tre dimensioni della salute sempre connesse
La salute mentale coinvolge aspetti diversi della vita, dimensioni personali e sociali: influisce sulle emozioni, sulle relazioni, sulle nostre reazioni ai livelli di stress. Come in medicina la prevenzione in psicologia si focalizza sull’evitare i problemi prima che inizino: al pari di quella in campo medico, riguarda controlli e consigli per evitare futuri disturbi di salute. È come quando si costruisce una casa partendo da fondamenta solide, per prevenire problemi futuri di stabilità dell’edificio.
Le nostre tre dimensioni della salute – biologica, psicologica e sociale – si influenzano reciprocamente; perciò mantenere la salute mentale ed emotiva fa bene anche alla salute biologica e sociale/relazionale. In particolare, secondo evidenze scientifiche impatta positivamente sulla nostra salute fisica, riducendo il rischio di malattie cardiache, ictus e cancro.
Susanna Grassi, psicologa
“In poche sedute posso aiutarti a sviluppare strategie percettive e comportamentali che nutrono il tuo benessere psicofisico e l’autostima.”
Indice
- Il benessere psicologico, troppo spesso disconosciuto
- Gli obiettivi della prevenzione primaria in psicologia
- La nostra percezione dello stress è importante
- Le altre forme di prevenzione in psicologia
- Come può fare prevenzione lo psicologo, a livello individuale e di comunità
- Le tre dimensioni della salute sempre connesse