Bellezza del viso, attrattività: cosa dice la scienza
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12 Settembre 2022Se tutti conoscono le proprietà del botulino come trattamento di bellezza, pochi sanno che oggi di questo farmaco sono studiate le potenzialità come coadiuvante nella cura di alcuni disturbi dell’umore e, più precisamente, degli stati depressivi.
Indubbiamente le micro-iniezioni di principio attivo botulinico (più noto come BOTOX ®, ovvero con il nome commerciale registrato nel mercato USA) restano tra le procedure di routine più richieste ai professionisti della medicina estetica anti-aging per il ringiovanimento del viso, come riscontro quotidianamente nelle donne che frequentano le mie sessioni di psicologia estetica.
I più comuni trattamenti estetici con il botulino alternativi al bisturi
Tra i trattamenti “gold-standard” alternativi al bisturi per contrastare rughe e segni del tempo, il botulino è particolarmente efficace nell’attenuare le rughe d’espressione del 3° superiore del viso, ovvero le glabellari, perioculari e frontali, nonché le rughe delle bande platismatiche di collo e décolleté (nefertiti lift), mentre è comunemente utilizzato per eliminare il sorriso gengivale (gummy smile) o l’espressione triste delle labbra, o ancora per correggere i cedimenti del mento.
Questo principio attivo costituisce opzione di trattamento per una varietà di disturbi anche in altri ambiti medici: per contrastare ad esempio l’iperidrosi (sudorazione eccessiva) ascellare, palmare e plantare, per correggere l’ipertrofia dei masseteri causata dal bruxismo (digrignamento dei denti), e su alcune forme di strabismo.
L’effetto miorilassante del botulino sul miglioramento dell’umore
Le iniezioni di botulino nei punti corrispondenti ai muscoli mimici del 3° superiore del viso, inibiscono la contrazione e provocano il rilassamento di questi ultimi, con il risultato di distendere la cute sovrastante, appianare i solchi tra le sopracciglia e le rughe d’espressione, in modo da restituire giovinezza e luminosità allo sguardo e all’espressione del volto.
Ed è proprio all’azione miorilassante del botulino che pare essere associato l’effetto di quest’ultimo sul miglioramento dell’umore in persone con disturbo depressivo maggiore, in un modo che ha poco a che fare con il miglioramento dell’aspetto, mentre deve molto all’inibizione dell’espressione, dal momento che perdono transitoriamente la capacità di accigliarsi, ovvero di muovere i muscoli facciali e di corrugamento delle sopracciglia legati all’espressione delle emozioni negative, tipiche di uno stato depressivo o ansioso.
Seppure con le limitazioni metodologiche e le perplessità su alcune bias riscontrate, recenti studi clinici suggeriscono la relazione tra il nostro cervello e il resto del nostro corpo e, nel rilevare una certa efficacia del botulino nel trattamento della depressione, aprono a un suo possibile utilizzo anche in campo psicologico e psichiatrico.
Come le espressioni facciali modulano le esperienze emotive
Fino a tempi recenti, e a partire dai primissimi studi di neurofisiologia dell’emozione (Méchanisme de la physionomie humaine – 1862, del neurologo francese Guillaume Benjamin Amand Duchenne), gran parte dell’interesse scientifico aveva riguardato il ruolo delle espressioni emotive come segnali sociali di stati interni, oppure i meccanismi con cui riconosciamo queste espressioni negli altri, mentre non era stata sufficientemente indagata la possibilità che le espressioni facciali potessero innescare o addirittura modulare esperienze emotive.
Sostenuta per la prima volta da William James nel 1894, questa visione, che identifica le esperienze emotive come percezioni di processi corporei, è ora comunemente nota come Facial Feedback Hypothesis (FFH) (Tomkins, 1962).
Feedback facciale e studi clinici
L’ipotesi del feedback facciale suggerisce che un’espressione sorridente, per esempio, utilizza muscoli che giocano un ruolo chiave nel modo in cui il cervello valuta l’umore. In altre parole, le nostre espressioni facciali influiscono sul modo in cui ci sentiamo e il semplice impiego dei muscoli usati per sorridere naturalmente, può metterci di buon umore. Allo stesso modo, se il viso perde la sua capacità di mimare espressioni tristi o contrariate, come il corrugare il sopracciglio, è possibile che la nostra tendenza a provare sentimenti tristi possa essere ridotta. Se ci pensi bene anche rilassare la mascella può essere un modo per rilasciare la tensione, e se iniettiamo il principio attivo del botulino per prevenire il bruxismo, quindi il serraggio dei denti e della mascella, possiamo creare meno risposta allo stress.
Questo approccio è stato adottato in diversi studi pubblicati in America sull’autorevole Plastic and Reconstructive Surgery e sul Journal of Psychiatric Research: tra i primi quelli condotti dal team di Michelle Magid della University of Texas ed Erik Finzi, professore di psichiatria alla George Washington University.
Due studi clinici in particolare sono stati fatti su individui che hanno ricevuto iniezioni di BOTOX® (Allergan, Inc., California, USA) nel muscolo corrugatore del sopracciglio per il trattamento cosmetico delle rughe glabellari tra gli occhi.
Nel primo studio, dieci pazienti con depressione maggiore resistente al trattamento hanno ricevuto iniezioni di botulino. Due mesi dopo la terapia, nove dei dieci partecipanti non erano più clinicamente depressi, suggerendo che le iniezioni – e il feedback facciale – possono influenzare l’umore. Inoltre, intervistate qualche settimana dopo il trattamento, le persone più che valutarsi come maggiormente attraenti, riferivano di sentirsi più felici, o meno tristi.
Il secondo studio ha utilizzato l’imaging funzionale per confrontare l’attività cerebrale durante l’imitazione di espressioni arrabbiate e tristi in gruppi che hanno ricevuto o meno iniezioni di preparato botulinico. È stato visto che nel gruppo dei pazienti trattati, durante l’imitazione della rabbia, nell’amigdala e in alcune aree celebrali correlate a questa e altre emozioni negative c’è stata una diminuzione dell’attività: ciò ha permesso di stabilire un legame tra l’incapacità di contrarre volontariamente muscoli specifici e il funzionamento dei sistemi neurali implicati nell’innescare risposte emotive.
Un gruppo, infine, ha ricevuto iniezioni di BOTOX®, mentre un secondo gruppo ha ricevuto iniezioni di Restylane® (Medicis Pharmaceutical Corp., Arizona, USA) il cui ingrediente attivo di filler a base di acido ialuronico (HA), che non ha alcun effetto sui muscoli facciali.
In questo caso, gli individui che hanno ricevuto il primo preparato avrebbero mostrato un calo nell’esperienza emotiva auto-riferita, mentre non è stato rilevato questo tipo di cambiamento negli individui cui è stato somministrato l’acido ialuronico. Dopo sei settimane, c’è stato un miglioramento significativo dei sintomi depressivi nel gruppo trattato rispetto al placebo.
La conclusione dal mio punto di vista di psicologa estetica? Se ha un che di incredibile e frivolo l’idea che il botulino – comunemente associato alla “vanità” delle cure anti-aging – possa avere un effetto così profondo sul nostro umore, a mio avviso il messaggio che possiamo portare a casa è che:
“Quello che fai con il tuo corpo – e il tuo viso in particolare – è importante per molte ragioni che non hanno a che fare solo con il tuo aspetto estetico e gioca un ruolo decisivo nel modo in cui ti senti e sull’intensità emotiva di quello che provi.”
Susanna Grassi, psicologa estetica
“In poche sedute posso aiutarti a sviluppare strategie percettive e comportamentali che nutrono il tuo benessere psicofisico e l’autostima.”
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Per approfondire:
Jara Schulze, Insa Neumann, Michelle Magid, Eric Finzi, Christopher Sinke, M Axel Wollmer, Tillmann H C Krüger “Botulinum toxin for the management of depression: An updated review of the evidence and meta-analysis”
Joshua Ian Davis, Ann Senghas, Fredric Brandt, and Kevin N. Ochsner, K. N. (2010) “The Effects of BOTOX® Injections on Emotional Experience”
University of California, Irvine “Functional Effects of Botox on the Brain Using MRS and fMRI”
Enzo Kermol, Phd “Il volto e le sue emozioni, il metodo di Hjortsjö, la teoria neuro-culturale e il FACS” sito dell’ Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia